LO SPAGGNOLO
A un spaggnolo, che ttutto ar zu paese
Era uguale c'a Rroma, o assai ppiù bbello,
Gujje, colonne, culiseo, castello,
Palazzi, antichità, ffuntane e cchiese,
Io vorze fajje un giorno un trucchio bbello
Pe pprovà dde levajje ste pretese:
Aggnede a la Ritonna, e llì mme prese
Un ber paro de mmànnole d'aggnello.
Le metto in d'uno stuccio, e ppoi lo chiamo.
Dico: "Vedete voi sti du' cojjoni?
So li dua soli che ttieneva Adamo."
A sta bbotta lui parze un po' imbriaco:
Poi disse: "Cuesti cqui ssò rreliquioni;
Ma ar mi' paese avemos er caraco."
Roma, 21 gennaio 1833
Giuseppe Gioachino Belli, Sonetti
Dai versi in romanesco alla prosa in italiano
LO SPAGNOLO
A uno spagnolo, per il quale tutto al suo paese era uguale che a Roma, o assai più bello, obelischi, colonne, colosseo, castello, palazzi, antichità, fontane e chiese, io volli fargli un bello scherzo per provare a levargli queste pretese: andai alla Rotonda, e lì mi presi un bel paio di mandorle d'agnello. Le metto in un astuccio, e poi lo chiamo. Dico: “Vedete voi questi due coglioni? Sono gli unici due che teneva Adamo.” A questa botta lui parve un po' ubriaco: poi disse: “Questi qui sono reliquioni; ma al mio paese abbiamo il carraco.”
Per saperne di più
In Piazza della Rotonda, secondo la nota del Belli, c'erano moltissimi venditori di vettovaglie.