ER MEDICO. II

    Vòi sapé cchi è sto medico dell'oggna,
Ch'io nun farìa castracce una castaggna?
È cquer tufo, quer fijjo de caroggna,
Che vvenne cqui da Strongoli a ppedaggna.
    Principiò, ppe strappalla, a ddà l'assoggna
A le bbastarde de Piazza de Spaggna:
Poi cor un ciarlatano annò a Bbirboggna
A ffà le paste frolle de raffaggna.
    E ppe l'appunto ar fatto de la viggna,
Diventato dottore de la zzuggna,
Era tornato a mmedicà la tiggna.
    Fu allora che ppe vvia de la caluggna
Che llui diede a la mi' frebbe maliggna,
Te j'atturai la bbocca co sta bbruggna.

                   Terni, 6 ottobre 1831

Giuseppe Gioachino Belli, Sonetti

Dai versi in romanesco alla prosa in italiano

IL MEDICO. II
Vuoi sapere chi è questo medico da nulla che non gli farei incidere una castagna? È quello zotico, quel figlio di carogna, che venne qui da Strongoli a piedi. Iniziò, per campare, a ungere le bastarde di Piazza di Spagna: poi con un ciarlatano andò a Birbogna a fare le paste frolle di frode. E per l'appunto al fatto della vigna, diventato dottore da nulla era tornato a medicare la tigna. Fu allora che per via della calunnia che lui diede alla mia febbre maligna, gli tappai la bocca con questa risposta secca.

Per saperne di più

Nella giurisdizione del Palazzo di Spagna avevano asilo ed immunità le figlie delle prostitute.
La bastarda era anche un tipo di carrozza: ungere le bastarde equivale a “fare il ruffiano”.